Netturbini senza stipendio, protesta continua |
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Fonte: "Giornaleonline.lasicilia.it", Ed. di Caltanissetta del 29 Ottobre 2013, pag.27
Protestano anche le donne
Mogli e fidanzate dei netturbini di Butera ieri al fianco dei loro uomini ancora senza stipendio
 Butera. Barriera umana per impedire l'uscita dei mezzi per la raccolta dei rifiuti. Tensione alta, niente stipendi ai mariti e ai fidanzati, niente quindi raccolta per le vie urbane. Sull'iniziale stop ha prevalso poi il buon senso anche se resta la rabbia. Non sono stati gli operatori ecologici a rallentare la raccolta, bensì le loro mogli, quelle che devono far quadrare i conti in casa. Così ieri mattina hanno dato vita ad una protesta dopo avere costituito un comitato autonomo composto da Emanuela Di Martino, Domenica Chiolo, Claudia Buttiglieri, Mattia Fasciana, Lucrezia Tinnirello, Sofia Di Dio, Grazia Rita Ficicchia e Shana Morinello. Un comitato spontaneo e se prima avevano pensato di raccogliere le firme per Butera e far sentire il loro disagio, ieri hanno dato vita alla protesta.
"Questo accade - dice Luisa Lunetta, segretario provinciale della Cgil - frutto dell'esasperazione".
Difficile far quadrare i conti, durante il periodo estivo gli operai della Sap hanno dovuto "bussare" ai parenti per chiedere un aiuto economico affinché potessero raggiungere Desusino per pulire la spiaggia e le zone balneari, quei soldi, anzi quegli stipendi tanto attesi non sono mai arrivati. "Ci siamo già mortificate - ha detto Emanuela Di Martino - quante altre volte ancora dobbiamo chiedere aiuto. E' paradossale. I nostri mariti lavorano e noi non abbiamo un centesimo".
Così ieri dopo la protesta è stata mobilitata la Prefettura. Qui infatti verrà attivato il tavolo per la vertenza Sap. "Il comune di Butera - ha detto il segretario Luisa Lunetta - non ha saldato il conto con l'Ato rifiuti. E' indietro con i pagamenti. Si sta facendo il passaggio dall'Ato rifiuti alla Srr senza però chiudere il conto. Qui di mezzo ci vanno i lavoratori e le loro famiglie". Quindici famiglie sul lastrico, o quasi. Lo stesso parroco di Maria Ausiliatrice, padre Aldo Contraffatto, ha deciso di venire incontro a queste famiglie per giungere ad una soluzione che consenta loro di superare i disagi che attualmente stanno patendo. «Le donne volevano occupare il capannone nel quale sono allocati i mezzi per la raccolta dei rifiuti, ma ho spiegato loro che un simile gesto avrebbe potuto degenerare e creare una situazione di interruzione di pubblico servizio; pertanto abbiamo deciso di organizzare una assemblea cittadina per cercare tutti insieme una soluzione che consenta alle loro famiglie di poter usufruire dello stipendio che legittimamente i loro mariti, padri e fidanzati si guadagnano ogni giorno assicurando il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani». Molti operatori non hanno un contratto a tempo indeterminato così non solo niente stipendi, ma anche poca certezza sul futuro lavorativo.
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